6 milioni di ragioni per fare un Community Land Trust a Torino
6 milioni di ragioni per fare un Community Land Trust a Torino
Anno 2024 – in corso
Rassegna stampa
Nella continua ricerca di soluzioni innovative per affrontare le sfide legate alla cura e convivenza sul territorio e ai processi di costruzione condivisa di comunità inclusive, la Fondazione di Comunità Porta Palazzo ha deciso di avviare un progetto per la realizzazione di un Community Land Trust a Torino, il primo in Italia.
Il Community Land Trust è un modello di gestione della proprietà immobiliare che sottrae unità abitative dal mercato speculativo per creare un mercato immobiliare sociale e fare del suolo un bene comune. Il progetto è pensato dalla Fondazione di Comunità Porta Palazzo per rafforzare la centralità del dibattito pubblico sul tema della casa, strettamente collegato alle condizioni di vita dignitose per tutte e tutti a prescindere dal reddito, per contrastare fortemente gli episodi di razzismo legati alla ricerca dell’abitazione, dato che nel quartiere Aurora molte famiglie sono di origine straniera, e per facilitare l’accesso all’abitazione per persone o famiglie con bambine/i a basso reddito o con difficoltà nell’ottenere prestiti bancari, così che possano permettersi l’acquisto della prima casa e ottenere di conseguenza la residenza e l’accesso ai servizi e ai diritti.
Nell’ampio confronto in corso sul tema casa, portato avanti sia dalla campagna Vuoti a Rendere, sia dalle progettualità del Terzo Settore sul territorio, sia dai fatti di cronaca che ricordano l’eccessivo potere nelle mani di chi possiede un numero di immobili sproporzionato rispetto a chi si trova in condizioni di povertà, che diviene facilmente ricattabile perché non ha un reddito sufficiente per pagare l’affitto, il Community Land Trust è un modello che agisce per riequilibrare il mercato immobiliare. Il Community Land Trust detiene la proprietà del terreno, separandola da quella degli appartamenti e ponendo precise regole alla rivendita, impedendo così la speculazione immobiliare; propone un’alternativa ai prezzi esorbitanti delle case sul mercato, proporzionati invece sia oggi che nel lungo termine al reddito delle persone che ci abiteranno. Oltre all’ambito economico, il Community Land Trust preserva la diversità socioeconomica delle comunità locali, consentendo a famiglie e singoli di vivere nel quartiere in cui sono nate e cresciute contrastando i fenomeni di gentrificazione ed espulsione dal quartiere.
I fatti di cronaca che hanno interessato l’imprenditore Giorgio Molino sono solo la punta dell’iceberg di un sistema che non mette la casa tra i diritti fondamentali delle persone per la piena realizzazione della propria vita.
Il Community Land Trust immaginato dalla Fondazione promuove altri due aspetti fondamentali: il primo riguarda la partecipazione della comunità nei suoi processi decisionali; il secondo riguarda la sostenibilità a lungo termine, contrastando fluttuazioni e crisi abitative nel lungo periodo.
La realizzazione del primo Community Land Trust nel nostro paese, rappresenta un importante passo avanti nel panorama italiano, offrendo un’alternativa innovativa alla gestione della crisi abitativa e rappresentando un’opportunità concreta per promuovere la coesione sociale, l’equità abitativa e la sostenibilità ambientale.
Cecilia Guiglia – Presidente Fondazione di Comunità Porta Palazzo
“Con il progetto del Community Land Trust accogliamo diverse sfide: quella di mettere al centro del dibattito pubblico il tema della casa, per garantire l’accesso a tutte e tutti a prescindere dal reddito e dalla composizione familiare; quella di riuscire a raccogliere i fondi necessari, attraverso dei prestiti, per acquistare un immobile da adibire a Community Land Trust, un modello di proprietà immobiliare non speculativo, con il suolo che diventa bene comune, supportati da Banca Etica anche nella fase dei lavori di ristrutturazione; garantire l’accesso agli appartamenti a nuclei familiari, composti anche da un solo genitore con figli, il cui contributo economico per il costo della casa complessivamente non superi ⅓ del loro reddito. Attraverso il progetto del Community Land Trust riteniamo fondamentale il dialogo con la Città di Torino, con cui immaginare risposte che possano riguardare non solo l’edilizia pubblica, ma aprendo il dibattito a un processo innovativo. La Fondazione di Comunità Porta Palazzo, per rimanere in tema, ha aderito a campagna raccolta firme Vuoti a Rendere, che ha il compito di impegnare la Città di Torino a censire le case vuote, pubbliche e non, per rimetterle a disposizione di chi una casa non ce l’ha”.
Karl Krähmer – Vicepresidente Fondazione di Comunità Porta Palazzo
“Prendendo come esempi virtuosi quelli del Regno Unito e di Bruxelles, il nostro Community Land Trust sarà un progetto pilota, il primo in Italia. Oltre a realizzare questo progetto pilota , l’obiettivo è quello di importare in Italia e diffondere questo modello di proprietà immobiliare collettivo che per sua natura, oltre a garantire l’accesso alla casa a famiglie a basso reddito, è antispeculativo e trasforma il suolo in bene comune. Abbiamo avviato una raccolta prestiti che, insieme alla somma iniziale messa a disposizione da un primo gruppo di persone, andrà a sostenere le spese di acquisto, nel mese di maggio, di un immobile che abbiamo individuato in quartiere. Seguiranno i lavori, della durata ipotizzata di 18 mesi, con l’obiettivo di mettere in vendita gli alloggi nel 2026. Lo scopo è quello di articolare il più possibile la partecipazione alla fase di prestito, così da mettere insieme risorse diverse e garantire una pluralità nel coinvolgimento della comunità locale per la cura e lo sviluppo del Community Land Trust”.
Sandra Giannini – architetta e componente del Consiglio d’Indirizzo della Fondazione di Comunità Porta Palazzo
“Il Community Land Trust si doterà di spazi collettivi, come il cortile interno e gli spazi ora assegnati a uso commerciale, che potranno essere usati delle persone residenti per attività comunitarie o come estensione del proprio spazio domestico, oltre a spazi di servizio come la lavanderia condivisa. Inoltre, verrà riprogettata una terrazza verde come ulteriore spazio a uso delle persone residenti. A questo si aggiunge un impianto fotovoltaico che abbatterà il più possibile i consumi energetici. Gli appartamenti, invece, saranno pensati per diversi nuclei familiari, che possono aumentare o diminuire il numero di componenti, mantenendo però una differenziazione tra spazi individuali e spazi comuni per le famiglie, evitando situazioni ibride poco confortevoli come posti letto improvvisati nel soggiorno o in cucina”.